Comunicato Stampa n° 7-2014 del 1 luglio 2014
Il Movimento 5 Stelle di Carpi sta studiando da alcune settimane “Il Piano della Ricostruzione del Comune di Carpi – Primo stralcio” adottato con delibera n.70 del 21/05/2014 dal Consiglio Comunale e la prossima settimana presenterà al Sindaco dettagliata relazione con le osservazioni puntuali del caso. Vogliamo però condividere prima con la cittadinanza alcuni problemi riscontrati affinché tutti i cittadini possano personalmente fare le loro opportune osservazioni inviando una e-mail a urbanistica@pec.comune.carpi.mo.it alla attenzione del Sindaco entro il 17 luglio. Leggendo piano della ricostruzione un semplice cittadino penserebbe di leggere un elenco degli immobili danneggiati e delle modalità e tempistica della ricostruzione, purtroppo niente di tutto ciò. Il piano mappa tutto il comune di Carpi escluso il centro storico, eseguendo una classificazione degli immobili costruiti in genere da oltre cinquanta anni suddividendoli tra:
- RCA: ville e case padronali di particolare interesse storico-architettonico ed artistico, ad esempio la casa ex cantina sociale in Viale De Amicis;
- RCB: villini urbani ed edifici civili e rurali di interesse storico-architettonico, come l’immobile su via Roosevelt dove scompare la pista ciclabile di fronte al tabacchino-edicola;
- RCC: edifici civili e rurali di interesse storico-architettonico e tipologico testimoniale, ad esempio la Pizzeria Marechiaro in Via Nicolò Biondo oppure l’asilo Nicolò Biondo.
Forse non lo sapete ma anche la vostra casa potrebbe essere stata oggetto di questa nuova classificazione, vi consigliamo di controllare per non trovarvi spiacevoli sorprese un giorno che finalmente avrete messo da parte “quattro soldi” per ristrutturarla. Dopo aver fatto questa interessante classificazione che coinvolge circa 1600 edifici tra zona comunale escluso il centro e area rurale del comune, senza dare alcuna motivazione vengono posti notevoli vincoli nella loro ricostruzione, di cui vi elenchiamo i principali:
- Non potrà essere installato sul tetto alcun impianto fotovoltaico se non con il sistema dei coppi fotovoltaici che costano tre volte i pannelli classici;
- Non potrà essere installato sul tetto un impianto termo-solare per l’acqua calda ed il riscaldamento;
- Non potranno essere sostituiti gli infissi con i nuovi materiali a tenuta termica ma dovranno essere rigorosamente in legno;
- Non potranno essere sostituite le vecchie tapparelle ma sarà obbligatorio installare gli scuri non verniciati ma dipinti unicamente ad olio;
- Non potranno essere effettuati isolamenti come cappotti esterni per gli immobili classificati RCA;
- Non potrà essere usata esternamente alcuna pittura con coefficiente isolante e protettivo ma sii dovrà utilizzare unicamente pittura a latte di calce.
Forse è superfluo dire che tutte queste limitazioni sono contro le innumerevoli leggi che impongono di utilizzare tutte le nuove tecnologie per il risparmio energetico, sia in fase di costruzione che di ristrutturazione.
Elenchiamo solo le principali norme sulla materia:
- legge 10 del 1991;
- legge 192 del 2005;
- legge 311 del 2006;
- legge 296 del 2006;
- legge 244 del 2007;
- decreto legislativo 28 del 2011;
- decreto legislativo 63 del 2013;
- direttiva europea n. 27 del 2012 da recepire entro il ”5 giugno 2014” da tutti gli stati membri.
In ultimo onde evitare dispendiose cause legali che ricadrebbero sulle casse comunali e quindi dei cittadini, ricordiamo che sentenza del TAR del Veneto n. 1104/2013, come pure pronunciamento del TAR Campania Salerno n. 235/2013 hanno condannato i comuni che avevano proibito l’installazione sul tetto di impianti fotovoltaici e solari termici, adducendo un vincolo paesaggistico; il TAR ha chiaramente negato tale divieto dichiarando che “attualmente la presenza di pannelli sulla sommità degli edifici, pur innovando la tipologia e la morfologia della copertura, non deve essere percepita soltanto come un fattore di disturbo visivo, ma anche come un’evoluzione dello stile costruttivo accettata dall’ordinamento e dalla sensibilità collettiva”.
Forse il nostro Comune per preservare il valore storico documentale di alcuni immobili poteva proporre “coperture in fango e paglia” nel rispetto delle capanne che popolavano la nostra palude ai tempi dei romani; se a tutti è chiaro che è una battuta scherzosa, purtroppo non lo sono tutte le limitazioni legiferate dal nostro comune con l’ordinanza n. 70, se non riusciremo tutti insieme a cambiare la “variante al PRG 2000 chiamato piano della ricostruzione”.
Aiutiamoci anche se la tua casa non è coinvolta lotta per il diritto – dovere di tutti al risparmio energetico per la salvaguardia del nostro pianeta!
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M5S Carpi