Ce lo eravamo immaginato, le risposte alle nostre domande non sono giunte.
Le nostre aspettative non sono state deluse.
Il consiglio comunale tematico sulla Sanità di giovedì 2 marzo era l’occasione dove intavolare un dialogo e l’ascolto su un tema alquanto importante per la nostra comunità. Invece si è tradotto in un nulla di fatto, e peggio ancora, non è giunta alcuna risposta CONCRETA alle tante poste.
Concretezza non è una parola così difficile, eppure per alcuni politici e dirigenti è un termine ignoto.
Ci alimentano di illusioni, basti pensare all’accordo firmato dal Direttore sanitario Dott. Annicchiarico che prevedeva la costruzione della nuova residenza psichiatrica con un minimo di 12 ed un massimo di 15 posti letto. Invece, a distanza di 9 mesi da quel giorno, si scoprono che i letti sono diventati 10, uno in più da quelli attuali.
Oppure la sistematica tendenza della spartizione tra pubblico e privato nel sistema sanitario. Questa scelta crea un business-sanitario capace di determinare malati di serie A e malati di serie B o C. Quando vi sono interessi di società private in convenzione con il pubblico, prevalgono prima i loro interessi e dopo quelli dei malati e dei suoi familiari.
Costruire risposte ai bisogni e alle domande sociali della comunità, dovrebbe essere la principale attività di un dirigente e, soprattutto, il suo primo interesse deve essere la salute dei suoi dipendenti. La rimozione dell’amianto dell’ospedale – la pavimentazione in vinil-amianto è presente in buona parte delle corsie dell’Ospedale di Carpi, come pure sul tetto – non può più essere rimandata. Occorre un serio intervento di ristrutturazione ed efficientamento energetico del Ramazzini. Anche il ministero ha diramato una circolare ed emesso un Decreto sul tema. La rimozione di materiali contenenti amianto negli ospedali pubblici e privati è una priorità. Ne consegue che l’istituzione di un registro dei tumori sia doverosa, in quanto riteniamo sia fondamentale monitorare le incidenze. Le fibre d’amianto nell’acqua e l’inquinamento atmosferico che viviamo ogni giorno a Carpi è oltremodo sopra i livelli di guardia.
Inoltre, crediamo che non sia da sottovalutare il problema del sottodimensionamento dell’organico del nostro ospedale. Non investire risorse in personale specializzato provoca disservizi per i cittadini e determina stress e demoralizzazione del personale che si ripercuote sull’operato di tutti.
Lo ripetiamo per maggiore chiarezza, il Pronto soccorso di Carpi è intasato per mancanza di personale e posti letto. Continuare sulla strada di non suddividere il pronto soccorso medico dal pronto soccorso chirurgico ed affidare ad associazioni eroiche di volontariato il compito di ingannare l’attesa non risolve il problema. Le tasse le paghiamo tutti e vorremmo avere i servizi che ci spettano di diritto. E’ senza ombra di dubbio necessario un miglioramento del lavoro del Pronto Soccorso che ha gli stessi accessi di Baggiovara, ma con meno personale. Vi siete chiesti come mai è andato deserto un bando per ben 3 posti al PS?
E’ arrivato il momento di AGIRE.
È necessario fare una politica che generi futuro.
Fare, non Dire!