1) Lei pensa che le cooperative a proprietà divisa con proposte a basso costo e tipologie innovative abbiano ancora un ruolo dentro le politiche dell’abitare?
Nell’ottica a sfruttamento zero del territorio volta ad interrompere l’erosione di terreno vergine a favore della cementificazione (uno dei punti cardine del programma M5S), riteniamo che le realtà come Abitcoop possano svolgere un ruolo di primaria importanza, ma diverso da quello svolto fino ad ora, abbandonando l’attuale realizzazione di edifici, per entrare con forza nel mondo della riqualificazione edilizia, vero tallone d’Achille del settore edilizio italiano. Noi del M5S siamo convinti che sia giunta l’ora di invertire la tendenza che vede favorita l’economicità della nuova costruzione, rispetto al recupero dell’edificio preesistente. Una tendenza che porta i numerosi piccoli proprietari a vendere la propria abitazione in favore di nuovi alloggi, perché il costo di ristrutturazione, le problematiche tecniche da gestire in fase di ripristino e la burocrazia, non sono alla loro portata.
2) Pensa che abbia ancora un senso parlare di una emergenza casa a Modena?
Sebbene ci troviamo di fronte ad una realtà dove esistono tantissimi alloggi non collocati riteniamo che l’emergenza casa sia un argomento attuale per quanto riguarda la disponibilità di alloggi popolari. In questo noi vogliamo contribuire, mantenendo comunque un basso profilo da parte della pubblica amministrazione , tramite la concessione di incentivi con l’intento di ridistribuire questo patrimonio inutilizzato.
Il nostro obbiettivo è quello di incentivare l’acquisto di immobili usati, e solo in secondo piano favorire l’espandersi di immobili in affitto a canone calmierato.
Vediamo una figura come Abitcoop un vettore di esperienze dirette di co-housing in quanto si adatta come approccio a quello di associazione di utenti. Può essere facilitata nel proporre queste tipo di esperienza, perchè più di emergenza casa esiste emergenza di comunità.
3) Nonostante i tanti alloggi sfittì è ancora alta la domanda di case in proprietà. Se lo spiega? Che soluzioni propone per soddisfare questo segmento di popolazione?
Stiamo attraversando un periodo dove il lavoro precario non ha aiutato sicuramente le fasce più economicamente deboli nella concessione di crediti, resta quindi alta la domanda di abitazioni a basso costo chiavi in mano, a discapito di abitazioni usate dove al prezzo di acquisto , si deve aggiungere un costo seppur minimo di adeguamento , sia normativo che funzionale. La nostra proposta è rinsaldare il lavoro e l’economia con interventi che a vantaggio dei lavoratori e delle aziende riapriranno la possibilità di accesso al credito e quindi all’acquisto di case di proprietà.
Bisognerà far diventare appetibile le ristrutturazioni su edifici grandi.
4) In questi mesi si è parlato e straparlato di aree F, di PEEP… Lei ritiene che sia ancora attuale costruire una politica per la casa che ruota attorno alla concessione di aree a basso costo come è stato possibile fare coi PEEP?
Per quanto riguarda questo argomento riteniamo che si debba trattare di situazioni transitorie per chi usufruisce di questo servizio. Non intendiamo proporre contratti che non si sa quando finiscono. Questo servizio deve servire come trampolino di lancio. Io e i miei candidati consiglieri e attivisti stiamo valutando seriamente questa situazione che attualmente si verifica anche sul territorio di Carpi dove si trovano realtà incancrenite e ripiegate su se stesse. Intendiamo lavorare perché queste situazioni siano gestite e superate.
5) Tutti giustamente insistono sul recupero del patrimonio esistente, ma fino ad oggi questa tipologia di offerta è rimasta uno slogan. Lei ha qualche idea da suggerire, magari con esempi, per allineare i costi di recupero e riuso di case a quelli praticati nell’edilizia economica popolare che consenta di offrire una proposta credibile a chi ha bisogno di casa?
La maggior parte delle imprese di costruzione medio piccole, tendeva a preferire la costruzione di immobili ex novo, alla rivalutazione di immobili esistenti. Diversi fattori , quali l’attuale crisi del settore edile, il basso costo raggiunto dagli immobili non più nuovi e per certi versi la necessità di adeguare gli edifici esistenti al rischio sismico e classi di risparmio energetico più elevato, non può che favorire la conversione delle aziende e il nascere di nuove proposte d’impresa più economiche. E’ appunto da queste imprese che ci aspettiamo un passo avanti per coprire questo genere di offerta, ormai non più secondaria.
Eros Andrea Gaddi
Candidato Sindaco Movimento 5 Stelle Carpi