E’ un po’ che manco al mio dovere di fare il punto della situazione rispetto all’attività consiliare, tempo che ho dedicato alla creazione del nuovo sito di Carpi5Stelle, che spero sia pronto al più presto anche perché, come dimostra il fatto che niente di quanto abbiamo prodotto in queste settimane in Consiglio è passato sulla stampa locale, diventa fondamentale per noi del M5S avere un canale di informazione diretta e chiara con i cittadini.
Sono almeno 5 gli argomenti che hanno tenuto banco in Consiglio da gennaio e su cui vale la pena spendere due parole.
Partiamo dal fondo.
Consumo del suolo
Nell’ultima seduta è stato approvato un Piano Particolareggiato di iniziativa privata, che consente di costruire nuovi capannoni su via dell’Industria, accanto al Borgogioioso. L’occasione era preziosa per il PD, non si trattava semplicemente di approvare un piano attuativo, ma di dimostrare che alle tante parole spese in questi mesi all’insegna dello stop al consumo del suolo, seguono i fatti. Ma purtroppo i fatti non seguono e invece di smettere per davvero di consumare del territorio, il PD ha scelto di smettere di parlare di stop al consumo del territorio, almeno spero, perché ci vorrebbe una gran faccia di bronzo per venir a parlare ancora di consumo zero del territorio dopo l’ultima seduta di Consiglio.
Un merito se non altro questa delibera ce l’ha avuto: è servita a disambiguare la posizione di quelli del PD, che negli ultimi mesi parlavano con molta nonchalance di pianificazione a crescita zero, senza più entrare nello specifico di cosa intendessero per davvero con crescita zero, se cioè andasse intesa al netto o meno delle aree edificabili previste nell’attuale PRG e non ancora edificate.
Oggi lo sappiamo, ci è stato chiarito dai consiglieri del PD, che oltre a votare la delibera, hanno argomentato il loro voto a favore come un pura valutazione tecnica del piano attuativo, di conformità al Piano Regolatore del Comune. Un voto sbagliato, e per due motivi.
Il primo è stato spiegato bene dai consiglieri di minoranza: i consiglieri non siamo chiamati a fare i tecnici, ma ad esprimere un indirizzo politico.
Il secondo l’ho spiegato io: anche volendo restare sul tecnico, non sarebbero mancati ai consiglieri del PD valide ragioni per respingere l’autorizzazione del Piano Particolareggiato. Nelle premesse della delibera, infatti, viene richiamato il vigente Regolamento Edilizio comunale, e proprio nella commissione che si doveva tenere l’indomani della seduta del Consiglio, i consiglieri erano chiamati a discutere la modifica del Regolamento Edilizio Comunale e della Norme Tecniche Attuative. Ovvero il PD ha approvato una delibera con un Regolamento Edilizio che tra una settimana non sarà più valido. Quindi il PD non aveva scusanti, di alcun tipo. Se da domani qualcuno del PD vi parlerà ancora di consumo zero del territorio, vi sta soltanto prendendo in giro.
La mia dichiarazione di voto in Consiglio:
Campo Nomadi
Si è tornati sull’argomento nella seduta del 30 gennaio, c’è poco da aggiungere rispetto a quanto già detto a suo tempo, la nostra ricetta è sempre quella: istituire un tavolo di confronto tra tutti gli attori in qualche modo coinvolti nella vicenda, al fine di pervenire ad un progetto di pianificazione partecipata.
Perché resta attuale? Perché da quando è stata emessa l’ordinanza d’urgenza di sgombero del campo nomadi ad oggi, abbiamo assistito ad un dialogo tra sordi, un accavallarsi di voci, di soggetti, di ipotesi, di grida d’allarme, e di ordinanze ecc…ecc… che hanno chiarito una volta di più quanto sia importante recuperare una capacità di dialogo e di ascolto: dell’Amministrazione con i cittadini, ma anche tra cittadini stessi, che evidentemente è andata smarrita, ammesso e non concesso che ci sia mai stata.
Da una parte i nomadi, dall’altra l’Amministrazione e in mezzo:
il Comitato di Cortile, le forze politiche, la cooperativa sociale, l’opera nomadi, i servizi sociali e, dulcis in fundo, la stampa che ha trovato pane per i suoi denti.
Una lunga catena di passaparola in cui ognuno può liberamente raccontare ciò che vuole perché tanto tutti hanno ragione e nessuno torto.
Ma un responsabile su tutti c’è ed è l’attuale Amministrazione: colpevole d’aver voluto risolvere con un colpo di mano (che forse ci spiegheremo tutti meglio a legislatura finita) un problema lasciato degenerare nel tempo, colpevole d’aver disapplicato un regolamento comunale, colpevole d’aver già speso un sacco di quattrini nel passaggio da un’ordinanza all’altra (fatti salvi quelli che spenderemo se nulla cambierà), e colpevole d’aver adottato una soluzione sbagliata come quella di permettere di costruire su via Fuochi.
Che sia sbagliato permettere di costruire lì, lo dice l’Amministrazione stessa che poco più di due anni fa ha denunciato per abuso edilizio dei cittadini che avevano realizzato uno stradello ghiaiato, non conforme alle prescrizioni del Piano Regolatore del Comune che su quell’area registra la presenza di ben 4 tipi di vincoli diversi.
Per realizzare il campo nomadi temporaneo quello stradello diventerebbe una strada da 4 a 6 metri di larghezza per non parlare del resto delle opere di urbanizzazione.
Siamo venuti a conoscenza da poco di questa singolare circostanza e ci sembra giusto chiedere lumi a riguardo con un’interrogazione.
Amianto nell’acquedotto
Abbiamo incassato il voto favorevole su una nostra mozione che chiedeva, fra l’altro, di impegnare Aimag alla redazione di un piano di dismissione delle tubazioni in cemento amianto entro giugno 2014. Una cosa semplice a cui non aveva pensato nessuno:
tutti a sparar cifre, tutti a dire che è impossibile perché troppo oneroso.
Bene, possiamo sapere quanto ci verrebbe a costare l’intervento a fronte di un chiaro piano di dismissione? Possiamo metter giù dei numeri e vedere in quanti anni un progetto di questo tipo sarebbe fattibile? Possiamo mettere i cittadini nella condizione di esprimere un parere, visto e considerato che sono i cittadini che bevono l’acqua e pagano Aimag? Non siamo abbonati alla causa dell’amianto, abbiamo semplicemente dimostrato che c’è stato un difetto d’informazione tra Aimag ed Amministrazione, tra Ausl ed Aimag, e tra Ausl ed Amministrazione, e se siamo tornati sulla questione a gennaio, è perché dei cittadini lamentavano ancora assenza di informazioni rispetto alle azioni intraprese nel frattempo dal Comune.
Qualche difetto d’informazione c’è stato a dire il vero anche nella seduta di Consiglio: si continuava a parlare, come sulla stampa, di una “sostanza” che dovrebbe risolvere il problema della presenza di amianto nell’acqua, tappando le falle nelle condutture. Ma nessuno è stato in grado di specificare cos’è questa sostanza, quasi stessimo parlando di metafisica. Abbiamo voluto informazioni più chiare a riguardo e ci sono state fornite.
La sostanza è indicata a questo link: prendete e bevetene tutti.
Piano Energetico
In Commissione consiliare ci è stato illustrato il Piano di Azione per l’Enegia Sostenibile del Comune, un piano previsto all’interno dall’iniziativa promossa dalla Commissione europea denominata “Patto dei Sindaci”, in base al quale vengono stabiliti degli obiettivi di riduzione della CO2 entro il 2020. Come si vede dai grafici del piano:
Per Carpi sono state fatte delle previsioni di incremento del 20% della CO2 dal 1998 al 2020, pertanto obiettivo del piano è fare in modo che il livello della CO2 nel 2020 sia pari a quello del 1998. Il punto è che, come mostra il grafico delle emissioni reali, il trend è già in netto calo rispetto alle previsioni e le ragioni sono da ricercare più nell’effetto della crisi che in quello delle azioni intraprese finora.
Ragion per cui è facile ipotizzare che gli obiettivi del piano saranno facilmente raggiunti e senza tanti sforzi.
Gli obiettivi noti come “20-20-20” cioè: 20% di riduzione delle emissioni della CO2, 20% di incremento delle rinnovabili; 20% di miglioramento dell’efficienza energetica, risalgono al 2008 e per l’epoca potevano ancora sembrare un traguardo piuttosto lontano. Ma oggi? Ormai mancano meno di 6 anni all’appuntamento col 2020, è lecito aspettarsi da un piano come questo degli obiettivi scadenzati anno per anno. E invece niente, per il PAES è previsto solo l’obbligo di fare il punto della situazione ogni 2 anni, rispetto ad obiettivi che restano fissati per il 2020.
Faccio un esempio:
a pag.45 è scritto che si prevede entro il 2020 di sostituire con led 6mila dei circa 11mila punti luce del Comune, per un impegno di spesa di €3,5milioni.
Perché allora non fare un piano di interventi spalmato nell’arco dei prossimi 6 anni? Basterebbe darsi l’obiettivo di 1000 lampade a led l’anno.
Alla manifestazione Smart City Exhibition del 2013 un tecnico di una nota azienda propose una stima di questo tipo:
una città di 80mila abitanti, che spende circa 4 milioni di euro l’anno per l’illuminazione pubblica, potrebbe arrivare a risparmiare 1milione e mezzo di euro all’anno con luci a led ed un sistema di gestione intelligente dei punti luce.
Lancio un appello agli esperti in materia: i conti tornano?
Carpi spende circa €1.800.000 per l’illuminazione pubblica e per fortuna i pali sono ancora di proprietà del Comune che si occupa anche della manutenzione.
Ricostruzione
Visto che con l’avvicinarsi della scadenza fissata al 31 gennaio per presentare domanda per accedere ai contributi per la ricostruzione si moltiplicavano in rete le segnalazioni relative ad un numero ancora molto basso di domande presentate nei territori colpiti, ho presentato un’interrogazione ad inizio gennaio per conoscere lo stato di fatto a Carpi.
Il termine del 31 gennaio nel frattempo è stato spostato al 31 marzo.
Per gli edifici classificati con danno E0-E1-E2-E3 sono state presentate 62 richieste di contributo a fronte di un numero di ordinanze di inagibilità e emesse pari a 683. E sono state depositate 292 dichiarazioni di impegno a presentare domanda di contributo.