Tre mozioni bocciate dal Partito Democratico in una sola seduta di consiglio su temi importanti per la città sono uno schiaffo ai Carpigiani. Speriamo in un cambio di verso per la mozione sul reato di tortura.
Durante il consiglio comunale di giovedì 12 maggio le affermazioni fatte dall’assessore Depietri e dal capogruppo Gelli del Partito Democratico ci lasciano esterrefatti:
“… Gli ordini del giorno si fanno per la comunità e non per mettere in difficoltà il Partito Democratico…”
“… La realtà dei cittadini non si fa con gli Ordini del Giorno, ma con atti amministrativi…”
Non capiamo come siano correlabili queste parole con i tre ordini del giorno presentati per chiedere un aumento di attenzione verso questi temi:
- Chiedere la modifica del calcolo ISEE, oggi penalizzante per i portatori di handicap che si vedono calcolato l’assegno di invalidità tra i redditi per il calcolo. Questa mozione fu presentata ad inizio marzo su richiesta dei nostri consiglieri regionali, che ci chiesero di portare in più luoghi possibile questi temi, perché non cadessero nel dimenticatoio.
- Installare cestini per la raccolta differenziata che possano permettere ai cittadini di differenziare in area pubblica e ostacolino l’abbandono dell’indifferenziato. Questa proposta esce dai gruppi di lavoro che il movimento cinque stelle ha in rete, dove si condividono le idee e si portano nei comuni di appartenenza.
- Promuovere la pratica del vuoto a rendere, per cambiare il modo in cui oggi concepiamo l’utilizzo del vetro. Questo tema è centrale per evitare di aumentare ancora i cumuli di vetro di San Cesario causa di malattie nella popolazione limitrofa. Anche questa mozione è frutto del lavoro di attivisti che spendono il loro tempo per cercare di far cambiare la linea di una amministrazione che non agisce con la dovuta solerzia.
Tutti questi ordini del giorno sono stati respinti, portando motivazioni puerili ed incomprensibili, forse per nascondere che al Partito democratico di questi temi non si interessa, o peggio, sono contrari all’applicazione di queste idee.
È proprio attraverso le richieste insistenti, congruenti nei contenuti, e protratte fino al giorno stesso del voto per la modifica dell’atto sbagliato, che vi è speranza di portare qualche risultato. Non basta attendere Roma sperando che non arrivi, all’ultimo secondo, uno sconosciuto lobbista ad infilare un emendamento capace di rovinare la vita di decine di migliaia di persone.
Il lavoro del consiglio comunale è quello di determinare l’indirizzo politico-amministrativo del Comune. Questi tre ordini del giorno sono atti amministrativi. Forse qualcuno dovrebbe capire che gli impegni vanno scritti su dei pezzi di carta e che le parole possono dire tutto e niente. Le parole volano. La politica fatta a parole vale il nulla più assoluto.
Perché allora bocciare tre mozioni che tendono a salvaguardare e migliorare la quotidianità dei cittadini e l’ambiente che ci circonda? Le hanno definite sorpassate, perché Carpi è già oltre. Ci chiediamo a questo punto se qualcuno se ne sia accorto. E dove sono gli atti amministrativi? Sarebbe interessante vedere le carte.
Il Consiglio Comunale può stimolare le priorità degli interventi, l’indirizzo da prendere e il controllo dell’attuazione, altrimenti per quale motivo ci raduniamo al Consiglio Comunale? Decidete tutto a monte, all’interno della giunta e al giovedì ci troviamo per fare quattro chiacchere? Dovete il rispetto ai cittadini che vi hanno votato.
A breve ci troveremo a discutere un atto su richiesta del gruppo di Amnesty International per chiedere a Roma di velocizzare la calendarizzazione per la discussione della legge sul reato di tortura, che ancora in Italia è assente. Speriamo che il Partito democratico abbia la decenza di votarla, o meglio di sottoscriverla come tutti i gruppi consiliari sono liberi sempre di fare, anche se sembra proprio uguale alle altre presentate in altri comuni. Sì, perché le battaglie per ottenere i diritti le facciamo un po’ in tutta Italia e sono tipicamente congruenti.
A riveder le stelle.