per far girare più veloce la ruota del proprio mulino.
Il cliché è sempre lo stesso. Durante il voto in consiglio si lisciano le persone, poi al momento della verità, emergono le falsità.
Il foglio che agitava il sindaco Bellelli durante il consiglio comunale congiunto a Novi riportava una delibera votata all’unanimità, accusandoci che eravamo stati noi a chiedergli di andare verso “un modello di aggregazione che preveda una forte integrazione/fusione.”
Si è scordato di dire che il comma che riporta questa frase premette che la decisione è stata presa dal patto di sindacato, dove solo lui è presente. Non i consiglieri del comune di Carpi.
Il dispositivo finale che abbiamo votato, che è l’unica cosa che conta in una delibera, era presente solo lo scioglimento del patto parasociale, che finalmente veniva eliminato. Non avremmo mai potuto votare contro ad una richiesta che facemmo già molti mesi prima, perché per noi Hera deve stare fuori dagli affari di Aimag.
Abbiamo chiesto più volte le motivazioni della premessa in cui si dava mandato per la Integrazione/fusione e le rassicurazioni sono state molteplici: ci teniamo aperte tutte le strade, dicevano, serve proprio per questo.
È interessante vedere che nelle premesse delle risposte di Hera e Tea, si plaude al tono della lettera ricevuta, facendo capire che la richiesta, questa volta è chiara: Si vuole la Fusione.
Evidentemente si sono spaventati della così numerosa partecipazione dei cittadini che sono accorsi a sentire le ragioni degli schieramenti politici durante un passaggio decisionale così importante. Riteniamo che non debbano preoccuparsi, nel percorso partecipato ideato dal PD non è prevista alcuna possibilità di intervento da parte loro.
Ma a noi di farci inglobare in un azienda così solida che ha più debiti di capitale non ci interessa. Hera che ha un patrimonio di 2 miliardi e 358 milioni ed ha accumulato debiti per 2 miliardi e 944 milioni pari al 124% del capitale.
A noi di far parte di una holding con Tea che sposta i centri decisionali a livelli ancora più alti non ci interessa, sarebbe in torto anche per i cittadini mantovani.
A noi interessa invece avere una azienda completamente pubblica capace di stringere alleanze con altri attori, per massimizzare la qualità dei servizi verso i cittadini.
Ma la parte che ci interessa maggiormente è dare voce ai cittadini. Non possiamo permetterci di poter decidere delle sorti di un così importante patrimonio, senza stimolare un dibattito con tutta la città, per infine guidare una transizione scelta dalla popolazione del nostro territorio.
Per questo richiediamo un REFERENDUM per il futuro di Aimag e a tal proposito abbiamo depositato una mozione in tal senso sperando che anche il PD la controfirmi.
Luca Severi
Portavoce Movimento 5 Stelle Carpi