PUNTO 5) CHIMICA E COSMESI: IL TRUCCO DEL TTIP
Rischiamo la pelle?
La sicurezza di shampoo, dentifrici, trucchi e creme potrebbe andarci di mezzo se non si dovesse puntare ad una armonizzazione dei standard! Le regole europee impongono controlli per 143.000 sostanze chimiche, negli Stati Uniti appena 6.
A chi vuole ridurre la sicurezza DICIAMO NO!
Negli Stati Uniti il principio di precauzione non vale: le sostanze chimiche sono considerate sicure fino a prova contraria, esattamente l’opposto di quanto accade in Europa.
Le regole europee impongono controlli per 143.000 sostanze chimiche, negli Stati Uniti appena 6! I cosmetici in USA non vengono registrati e il test sulla sicurezza che facciamo in UE non è obbligatorio.
Mentre da noi 1328 ingredienti non possono entrare nella composizione di cosmetici, in Usa gli ingredienti vietati sono meno di 20. Inoltre da noi i cosmetici non possono essere testati sugli animali mentre negli USA questo è consentito. Dove sta la sicurezza con questo trattato? Sotto attacco c’è pure la salute dei cittadini.
Vista la segretezza del negoziato, non è dato sapere cosa conterrà il TTIP in campo farmaceutico, ma grazie ad un documento trafugato, sappiamo quali sono le richieste dell’industria farmaceutica.
L’industria vuole l’allungamento del tempi del brevetto, più limiti alla circolazione dei farmaci generici, prezzi più alti per i farmaci pagati dal sistema sanitario nazionale e riduzione della concorrenza. Il rischio è che questo porti a farmaci con prezzi più alti, valore terapeutico inferiore e un minor numero di farmaci coperti dai nostri sistemi sanitari.
L’accordo gira attorno alla pratica cosiddetta “evergreening”, pratica con la quale le case farmaceutiche si assicurano il perdurare di un brevetto con la registrazione di nuovi farmaci che non sono altro che riformulazioni di farmaci già esistenti con piccole modifiche ma senza vantaggi terapeutici. Una pratica che consentirebbe alle aziende farmaceutiche di conservare sostanzialmente per sempre i diritti esclusivi sui farmaci, rendendo di fatto impossibile la produzione di farmaci generici a prezzo più contenuto.
Per questo Medici Senza Frontiere ha denunciato che “se le grandi case farmaceutiche ottenessero ciò che vogliono, farmaci e vaccini di marca non avrebbero concorrenza diretta per decenni mentre pazienti, programmi sanitari nazionali e attori medici-umanitari dovrebbero affrontare costi enormi per l’acquisto dei farmaci”.